lunedì 29 marzo 2010

Rapporto da Haiti


A seguito del devastante terremoto del 12 gennaio 2010 in Haiti, Bumi Sehat ha deciso di dare un aiuto.Sulla base delle nostre esperienze come quella di intervenire in molti disastri in Asia, confidiamo di dare un grosso aiuto. 5 anni dopo il disastro Bumi Sehat Tsunami Releif Clinic in Aceh e' ancora pienamente operativa . Ci battiamo per dare un aiuto sostenibile nelle aree di grande sofferenza in seguito a catastrofi. La Fondazione Bumi Sehat e' fondata su 3 principi molto semplici: rispetto per la Cultura, per la Natura e per le Scienze Mediche. Da questa posizione di forza siamo stati molto efficaci nel portare soccorso alle aree con profonde ferite.La nostra missione e' di prestare soccorso medico ai piu' bisognosi, a quelli che stanno nascendo in situazioni traumatiche, ai neonati e alle loro mamme. Questo e' il motivo per cui noi portiamo cure alle donne in gravidanza, aiutiamo le donne nel parto e nel periodo post-partum, ed anche le loro famiglie.Sosteniamo l'allattamento al seno come il metodo piu' sicuro per preservare la vita dei neonati, specialmente nelle aree dove l'acqua e i servizi igienico-sanitari rendono impossibile una sicura nutrizione con il biberon. Attualmente ad Haiti il nostro lavoro e' sopratutto medico anche se allarghiamo la nostra attivita' a proteggere le mamme, i bambini e le loro famiglie.Teniamo in considerazione tutte le risorse disponibili per dare ai sopravissuti al terremoto tutto cio' di cui hanno bisogno per poter ritornare all loro vite ormai distrutte. Per esempio, stiamo lavorandoo con molte ONG, grandi e piccole, per fornire acqua potabile, cibo e rifugi (tende) alla gente di Jacmel.Il nostro compito e' quello di raccogliere e distribuire forniture medicali agli ospedali e alle cliniche della regione di Jacmel. Bumi Sehat e' stata presentata alla Camera di Commercio di Jacmel dai nostri amici di Santo Domingo, la Camera di Commercio della Repubblica Dominicana e dalla Croce Rossa semprpe della Repubblica Dominicana.Questi leaders ci hanno invitato ad unirsi a loro nello sforzio per fronteggiare questo terribile catastrofe e le sue conseguenze per la gente e per i senzatetto di Jacmel. Il terremoto ha ridotto molte case in montagne di macerie.Le persone che hanno ancora le case semidistrutte non possono entrarci perche' troppo pericoloso, e queste dovranno poi essere demolite.Una preoccupazione sempre piu' crescente per Jacmel e' il fatto che i residenti di Port Prince stanno per essere evacuati dalla citta' e mandati verso le regioni delle loro famiglie di origine. Siamo stati informati dal sindaco e dalla Camera di Commercio, che 15000 persone alla settimana arriveranno nella regione diJjacmel scappando da Port Prince.Tutti stanno cercando un rifugio , del cibo e dell'acqua. Personalmente sono stata volontaria nelle tende della sezione maternita' dell'ospedale di St. Michel, quando la nostra clinica stava per essere montata.Ogni giorno ho incontrato famiglie che hanno abbandonato la grande citta', famiglie assetate, affamate, senza casa e in attesa di bambini. Da quel giorno Bumi Sehat ha avuto dal Jacmel Department of Health il permesso per aprire il nostro centro per la Maternita' e la salute dell'infanzia nella parrocchia di St. Helen. Mentre scrivo Josh Servis e il suo team di uomini haitiani stanno finendo di montare il nostro 44° "dome" per la clinica. Questa struttura e gli altri identici "dome" vicini, danno un tetto ai nostri pazienti, e sono resistenti a terremoti e uragani.I nostri donatori possono essere certi che lo staff e i pazienti saranno sicuri in questa solida costruzione. I volontari di Bumi Sehat hanno dato il massino in tempo ed energia, noi abbiamo donato il nostro denaro.Abbiamo fatto pressione sui nostri amici e sille nostre famiglie per supportare questo progetto.Inoltre per l'avviamento dell'attivita', avremo bisogno di fondi continuativi per mantenere bene e operativo il centrodi Jacmel. Questo e' un progetto a lungo termine, non vogliamo chiuderlo quando il mondo ha dimenticato la situazionne di Haiti.Per esempio nella citta' tenda di Pinchinat ci sono circa 5000 rifugiati.Abbiamo identificato 150 donne in gravidanza, il 30% delle quali e' all'ottavo/nono mese, e partoriranno con le ostetriche di Bumi Sehat Il vostro supporto e il vostro aiuto e' molto apprezzato e a nome dei pazienti, grazie.Con gratitudine,Il team di Bumi sehat

martedì 23 marzo 2010

Bumi Sehat a Bali


Nascita nell'acqua

lunedì 22 marzo 2010

Report da Haiti

Martedi, 16 marzo. Bumi Sehat Haiti

E' un maschietto!!
Pam e Alon sono partiti questa mattina, ed io mi sento un po' triste.
Nelle ultime due settimane e mezzo abbiamo lavorato insieme come team, e' nata una splendida amicizia e vederli andare via e' stato molto duro.
Sto aspettando l'arrivo di nuove ostetriche per questa sera, ma per ora sono sola.
Lorraine, un'osterica che ha lavorato a Port Prince e' passata ieri e questa mattina si e' fermata per vedere se avevo bisogno di aiuto.
Sto lavorando in un ripostiglio, cercando di raccogliere gli strumenti per la clinica per domani, quando qualcuno arrivera'.
Intanto e' entrata una delle nostre pazienti con gravidanza a termine.
E' tranquilla e stoica, ma posso dire, e' in avanzato stato di travaglio
Dico a Lorraine: E' meglio portarla al "dome" e subito la donna inizia a lamentarsi.
bene, e' troppo tardi, stendo uno dei materassi di scorta, sul quale la nostra paziente si stende immediatamente, e prima ancora di rendermi conto, abbiamo un forte pianto di bimbo che pesa 6,2 lbs ed ha 9/10 apgars.
Giusto quello che ci voleva per il mio morale.
Una vera gioia ed una benedizione per tutti noi qui a Bumi Sehat, Haiti.

Susan Miller, CNM"

Hand-to-Hand relief

domenica 21 marzo 2010

Guerrilla Midwife

Il documentario Guerrilla Midwife, di Deja Bernhardt, segue Ibu Robin Lim nelle trincee del suo lavoro. Clicca per vedere il trailer: clicca qui per vedere

sabato 20 marzo 2010

L'ostetrica scalza e i figli dello Tsunami- intervista del 2007


Lei fa la pace "un bambino alla volta". La motivazione per cui le è stato attribuito l'anno scorso il premio internazionale Alexander Langer affonda proprio in questa ragione: Ibu Robin Lim non è solo un'ostetrica, ma una testimonianza forte di vita non violenta e di pace. La sua è una storia singolare sin dalle origini, una vera e propria mappa geografica, che colora il suo sangue di Indonesia, Cina, Filippine, Germania, Irlanda. Nata nell'Iowa, negli Stati Uniti, da madre asiatica e padre americano, nel 1992 decide di trasferirsi con il marito a Bali, dove nasce il suo settimo figlio. Ma è soprattutto la nonna filippina, levatrice professionale, che in sogno la spinge a diventare ostetrica. Un mestiere che risponde a un grande bisogno: assicurare alle partorienti un travaglio sicuro e rispettoso in un ambiente dove la sanità è un lusso. Dopo aver conseguito il diploma negli Stati Uniti, Ibu Robin Lim inizia a operare intessendo le conoscenze mediche alle tradizioni antiche, convinta che garantendo una nascita gentile è possibile sperare in una società più pacifica. Nasce così nel 1994 a Bali l'associazione no profit "Bumi Sehat", che significa Terra Madre, un consultorio per madri e famiglie, dove è possibile avere, secondo alti standard internazionali, assistenza prenatale, durante il parto e post natale, sostegno all'allattamento al seno e imparare la pianificazione familiare naturale. Unico centro in Indonesia che si occupa di nascita naturale, solo nel 2007 ha aiutato circa 500 mamme ad avere un parto senza paura.
Un impegno che non è venuto meno neppure durante l'immane disastro di tre anni fa: alla distruzione dello tsunami Ibu Robin Lim, la sua famiglia e il suo staff hanno risposto andando subito a Banda Aceh, a nord di Sumatra e vicinissima all'epicentro del sisma, dove in pochi minuti è morto il 70 per cento della popolazione. E anche in quella desolazione i bambini hanno continuato a nascere, tantissimi prematuramente. Spente le luci sulla tragedia, esaurito il denaro, oggi restano i traumi. I sopravvissuti hanno perso in media dodici persone della cerchia familiare e parlare di ricostruzione è un eufemismo. Oggi da quella tenda impiantata sul suolo di Aceh è sorto un centro sanitario, fatto con i legni galleggianti, unici resti delle case distrutte, che funge anche da luogo d'incontro per bambini, donne, anziani, vedovi, mentre a Bali, dopo gli attentati terroristici del 2002 e del 2005, è nato un centro giovanile accanto al consultorio, dove i ragazzi possono imparare inglese e informatica.
A Verona l'"ostetrica scalza", è stata ospite del XXII congresso nazionale del Movimento nonviolento, dove ha presentato il suo primo libro tradotto in italiano, Dopo la nascita del bambino, per la Apogeo edizioni. Una visita estesa anche in altre città italiane e al Senato, dove ha preso parte a un forum aperto al pubblico. Un tour in cui al centro è sempre stata la sua missione: far nascere con dolcezza i bambini, perché - afferma - «è da un parto non rispettoso e violento che sperimentiamo per la prima volta la paura della separazione, dell'abbandono, della morte».

- Chi sono le donne che si rivolgono ai suoi centri di Bali e Banda Aceh?
«Sono donne povere che non possono permettersi di pagare la retta dell'ospedale. Se non lo fanno, non possono portarsi a casa il bambino appena partorito: posso testimoniare che non sono poche a subire anche violenze. Spesso ci dicono grazie perché non le abbiamo picchiate mentre si lamentavano durante il parto. È una cosa che negli ospedali accade, come succede che gli ambienti siano sporchi, e le donne povere subiscano ogni genere di maltrattamento. Le loro condizioni di salute, inoltre, sono precarie, soprattutto per l'impoverimento della dieta, che è esclusivamente a base di riso bianco, privo di ogni nutriente perché frutto della coltura intensiva imposta dalla "Rivoluzione verde". Da allora il riso riempie solo la pancia, ma non nutre, così le donne sono spesso anemiche, e incorrono in emorragie post partum. In tante muoiono per questo motivo. A Bali se ne calcolano 718 su 100mila, di cui la metà per malnutrizione. Cerchiamo di limitare le carenze somministrando delle vitamine di origine biologica, ma non è abbastanza. Inoltre sono molto frequenti le malformazioni fetali per le madri che lavorano nelle risaie e stanno in continuo contatto con l'acqua di coltura, dove si usano alte dosi di pesticidi».

- Come riuscite a curare la popolazione che si rivolge ai vostri centri?
«Non abbiamo molti mezzi, perciò cerchiamo di supplire con l'agopuntura, la medicina cinese, l'omeopatia e la fitoterapia tradizionale locale, che ci consentono di curare diverse patologie. Poi lavoriamo sulla prevenzione, educando ad avere un'alimentazione sana per quanto possibile, a prevenire l'Aids e l'alcolismo. È una realtà paragonabile a molte altre popolazioni povere, che non riescono ad accedere alla sanità occidentale perché non possono pagarla. In questo senso, recuperare i metodi efficaci della medicina naturale è utile nella cura e non pesa troppo economicamente».

- Lei combatte soprattutto per garantire un parto gentile ad ogni donna e la salute del nascituro. Per questo conduce una battaglia perché il cordone ombelicale non venga tagliato subito dopo il parto...
«È una scelta che pratichiamo da tempo. Finora ho fatto nascere più di 700 bambini e ho sempre atteso, una volta espulsa anche la placenta, almeno 20 minuti prima di procedere al taglio del cordone, ma ogni volta è accaduto che il bambino piangesse o diventasse cianotico, mentre in alcuni casi la madre cominciava a sanguinare. Diversi studi riferiscono invece che è meglio attendere fino a che il cordone smette di pulsare, un periodo in cui al neonato giunge ancora il sangue materno. In seguito sono bambini con una salute migliore e una maggiore quantità di ferro nel sangue. Mia nipote addirittura non ha subito alcun taglio chirurgico bensì il cordone si è staccato spontaneamente, cosa che accade tra i due e gli otto giorni. (L'Oms specifica infatti che la procedura fisiologica è il taglio del cordone ritardato o nessun taglio, mentre se avviene precocemente è una pratica invasiva non giustificata nel parto fisiologico, ndr). Ma anche l'allattamento al seno è importante: le donne che vengono al centro allattano tutte, mentre negli ospedali c'è una forte pressione per passare all'alimentazione artificiale. Così le famiglie povere si ritrovano a diluire molto il latte in polvere, perché costa, o a usare il latte di riso. Perciò ogni anno muoiono 100mila bambini per infezioni e gastroenteriti».

- A quasi tre anni dallo tsunami, qual è la situazione della provincia di Aceh, una delle più colpite?
«È una domanda difficile. Potrei dire che forse la situazione è peggiorata rispetto a tre anni fa. Passata la fase eroica, adesso è il tempo della lenta, faticosa ricostruzione. La gente è traumatizzata, le donne ancora guardano il mare sperando che i loro figli tornino indietro. La città di Banda Aceh è stata ricostruita bene ma nelle zone interne, dove vive il 90 per cento della popolazione, le condizioni sono ancora molto dure, non c'è lavoro, gli aiuti alimentari sono terminati. Le donne incinte soffrono spesso di pressione alta, per la dieta povera, e sono numerose le morti intrauterine. Per fortuna il processo di riappacificazione tra governo e ribelli sta funzionando: è da un bel po' che i fucili non sparano».

- Come si riesce ad essere pacifisti in una provincia che prima del disastro è rimasta a lungo isolata per la feroce guerriglia del movimento indipendentista Gam contro l'esercito di Giacarta?
«Anche prima dello tsunami Aceh era priva di strutture sanitarie: da noi venivano ogni giorno dei soldati per essere curati, ma non ho mai permesso a nessuno di entrare in clinica con le armi. Ho rifiutato ogni coinvolgimento sia con i ribelli sia con l'esercito, perché il nostro è un servizio per la salute di tutti. Questa scelta ci ha fatto ammirare da loro e così non ci sentiamo in pericolo. Anche quando ricevetti l'ordine da parte dell'esercito di circoncidere 40 bambini mi sono rifiutata. Ricordo che mi recai con mio figlio di 17 anni al comando: appena entrati lui disse "mia madre non può fare alcuna violenza sui bambini". Lo giustificò come una mia scelta religiosa, e non si permisero di costringermi a farlo».
Fabiana Bussola

Primo soccorso ad Haiti






Grazie alla Fondazione 'Alexander Langer' (che con l'assegnazione nel 2006 del Premio internazionale a Ibu Robin Lim aveva già intrapreso un percorso di collaborazione) e al lavoro volontario di una decina di amiche e amici che hanno conosciuto Robin nei suoi viagg iin Italia, ora il gruppo di appoggio permanente è una... realtà : MADRI SANE, TERRA FELICE.
L'ipotesi di cooperazione è il sostegno continuativo tramite donazioni a Bumi Sehat, ma l'organizzazione ha subito un'accelerazione in quanto, all'indomani del devastante terremoto, il team di Bumi Sehat con Ibu Robin Lim, già dal 25 gennaio scorso si trova in Haiti. Ancora una volta impegnati in una vitale opera di pronto soccorso ostetrico e di sostegno alle donne in gravidanza, alle partorienti, all'allattamento e ai nuovi nati nelle primissime settimane di vita.

venerdì 19 marzo 2010

lunedì 15 marzo 2010

venerdì 12 marzo 2010

FAI UNA DONAZIONE

Per sostenere il progetto "Madri sane, terra felice. Ad Haiti con Ibu Robin":
Versamenti presso la Cassa di Risparmio di Bolzano
IBAN: IT91 S 06045 11613 000000555000
intestato a: Fondazione Alexander Langer
BIC: CRBZIT2B059 (per bonifici dall'estero)
Causale: madri sane, terra felice - ad haiti con ibu robin

In quanto erogazione liberale ai sensi dell’art.13 del D.L. 04.12.97, n.460, gli importi versati tramite bonifico bancario alla Fondazione A. Langer sono detraibili dal reddito delle persone fisiche ai sensi dell’art. 13-bis del DPR 22.12.1986, n.917 (19% delle erogazioni non superiori a 70.000 Euro), rispettivamente dal reddito d’impresa ai sensi dell’art.65 del DPR 22.12.1986, n.917 (importo non superiore a 70.000 Euro o al 2% del reddito d’impresa dichiarato).Per ottenere la certificazione di avvenuta donazione è necessario comunicare all'indirizzo e-mail madrisaneterrafelice@alexanderlanger.org i seguenti dati: nome, cognome, data e luogo di nascita, luogo di residenza, recapito telefonico, e-mail e codice fiscale.

Grazie per il tuo sostegno!

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FONDAZIONE ALEXANDER LANGER STIFTUNG - Onlus
Via Latemar Straße 3, 39100 BOLZANO/BOZEN - ITALY
Tel.+ Fax +39 0471 977691

E-mail: madrisaneterrafelice@alexanderlanger.org
Web: www.alexanderlanger.org

giovedì 11 marzo 2010

foto da Haiti





foto di Deja

foto da Haiti






foto di Deja

Haiti

Thank you for your continued support. We are still looking for midwives to volunteer their time in our birth center.
Minimum of 3 weeks time on the ground in Haiti
Have at least 5 years experience practicing midwifery and have caught 30-50 babies in the last 24 months
Willing to pay our way to and from Haiti (travel expenses)

If you are intersted go to www.bumisehatbali.org and click on the Haiti page for the application.

We are not taking students at this time and will have a program for them in the future.

Thank you for your kindness,

Heather Maurer
Volunteer Director of Communications & Development

martedì 9 marzo 2010

Bumi Sehat in Aceh





Alla tragedia del terremoto e dello tsunami del dicembre 2004, Bumi Sehat ha risposto con tempestività. Con l'aiuto di donatori, tra cui il Rotary International, IDEP e altre Fondazioni internazionali, Bumi Sehat ha aperto e tuttora gestisce una Casa per la Salute Riproduttiva a Samatiga, in Aceh, vicinissimo all'epicentro del disastro.
Insieme alle levatrici tradizionali e alle ostetriche sopravissute, hanno lavorato alla ricostruzione, dedicandosi alla vita materna e all'infanzia.
Il loro impegno è stato di dare sollievo al trauma, offrendo giorno dopo giorno cure mediche e sostegno culturalmente appropriati. Sono arrivati in camion, attraversando pericolose zone di guerra civile, carichi di preziose medicine, repellenti per le zanzare, copertine, taniche di combustibile e pentole, ma anche centinaia di metri di stoffa, affinchè le donne musulmane che avevano perso il foulard potessero di nuovo coprirsi la testa e così uscire in strada, libri di preghiera e giocattoli.
Le ostetriche non potevano disporre di acqua potabile nè di strumenti per tagliare il cordone ombelicale, spazzati via dallo tsunami. Ibu Robin ha suggerito di bruciare il cordone, per eliminare il rischio di tetano o di trasmissione batterica da strumenti non sterili. Le ostetriche locali hanno accolto il suggerimento con entusiasmo, e questo è stato fondamentale per ottenere la fiducia della comunità, condizione indispensabile per potersi mettere al suo servizio.

sabato 6 marzo 2010

Centro Giovani a Bali



Come risposta alla crisi economica Bumi Sehat ha dato vita ad un Centro Giovani che organizza per bambini, bambine e giovani, corsi di lingua inglese e di informatica per aprire loro, attraverso la formazione, le porte di un futuro impiego. Bumi Sehat sostiene economicamente ragazzi e ragazze di famiglie povere che desiderano avviarsi all'insegnamento o agli studi di ostetricia, medicina, tecniche infiermeristiche.
Nella foto possiamo vedere una sessione di esercizi per anziani, fuori dal Centro Giovani (foto di Gina Gerboth)

mercoledì 3 marzo 2010

La tua ostetrica



Una volta che hai avuto un’ostetrica, la conosci per il resto della tua vita e
lei potrà aiutarti. Se avessi avuto il mio primo figlio in un ospedale, la clinica di Aceh avrebbe chiuso: è la bellezza delle donne che aiutano altre donne, significa instaurare un legame che dura tutta la vita, come le tre donne - musulmana, hindu e cristiana - che hanno partorito insieme nella
nostra clinica e sono diventare sorelle.

Ibu Robin Lim

lunedì 1 marzo 2010

Allattamento nelle emergenze





Un’emergenza è una situazione straordinaria ed estrema che
mette immediatamente a rischio la salute e la sopravvivenza
di una popolazione.
Nei casi di emergenza, neonati e bimbi piccoli sono
vulnerabili in particolar modo nei confronti di malnutrizione,
malattia e morte. Qualunque sia l’emergenza e in qualunque
parte del mondo essa si verifichi, occorre attirare l'attenzione sul ruolo vitale che l'allattamento al seno ricopre.