venerdì 10 maggio 2013

Cronache dalla Mangiagalli


"Ho desiderato molto poter incontrare Ibu Robin Lim in questo suo giro in Italia e ieri ho potuto finalmente farlo, in Mangiagalli. Avevo un po’ paura che avrebbe potuto essere un incontro troppo centrato sulla medicalità, e invece è stato un momento pieno di vita e di amore. Ho capito che sarebbe stato molto diverso di una conferenza medica fin da quando sono arrivata in clinica, e ho trovato Ibu Robin che abbracciava e salutava tutti fuori dalla sala. La sala era piena, 400 persone tra il personale della clinica e gli esterni. Robin è bellissima, ha uno sguardo luminoso e delicato, davvero facile da amare, come dice Roberta.
Dopo le introduzioni( tra l’altro molto interessanti, specie quella dell’ostetrica) , Robin è uscita dal palco visibilmente incinta e …in travaglio! Ha iniziato a gridare che voleva una ostetrica, mandando via il medico, e poi ha iniziato ad urlare che voleva una doula; avute ostetrica e doula ha partorito, per terra. Questa drammatizzazione è stato il pretesto per iniziare a parlare di parto e placenta, soprattutto. I suoi interventi sono molto chiari e non ha centrato totalmente il suo focus sull’ avere in sala molti medici e ostetriche. Ha spiegato come il gentle birth al Bumi Sehat ( e direi nel mondo) si poggia su tre gambe, che impediscono cosi’ di cadere: una è la natura, l’altra è la preparazione scientifica di tutti gli operatori, e la terza è il rispetto della donna e della sacralità in cui crede. Il parto è sacro, è ogni volta un miracolo e compito di ogni operatore è ricreare quello spazio protetto e sicuro in cui il miracolo possa compiersi, ovunque la donna desideri che avvenga.
Robin si è rivolta molto alle ostetriche, ma anche alle doule. Oltre alla drammatizzazione iniziale, nell’elencare gli operatori della nascita ha sempre inserito le doule. Ha spiegato come nel mondo ci siano delle difficoltà tra medici e ostetriche nel lavorare in collaborazione e armonia, e come questo si stia risolvendo, ma anche tra ostetriche e doule ci sono difficoltà, e questo non è necessario. Anche Robin, inizialmente, quando ha sentito parlare delle doule si è spaventata : “vogliono rubarmi il lavoro?”, ha pensato. Poi ha aperto il suo cuore, ha iniziato a lavorare con loro e il suo lavoro è diventato molto più semplice al punto che ha deciso di fare la formazione da doula, e anche lei è una doula! Ha detto che sogna e spera di vedere in Mangiagalli lavorare insieme doule e ostetriche. Quando c’è una guerra, ha detto Robin, ci sono sempre delle vittime e in questo caso le vittime sono le donne e i loro bambini. semi di pace.
Il confronto con il personale medico e ostetrico è stato molto ricco e interessante e credo davvero che questa visione di rispetto della fisiologia e di sacralità abbia messo in discussione il lavoro della clinica. Hanno parlato di posizioni per il travaglio e parto, di sacralità, di clampaggio ritardato del cordone, di placenta ,che deve essere portata a casa. In Indonesia credono che la placenta sia il corpo fisico del nostro angelo custode e quindi ogni persona deve sapere dove è stata messa dopo la sua nascita. Ha parlato anche del dolore del parto, che non deve essere controllato perché è il segno del viaggio eroico della madre per recuperare l’anima del figlio, ma deve essere accolto, e di parto cesareo.
Alla fine ha avuto tempo per salutare tutti quelli che volevano parlare con lei, singolarmente. Ci ha abbracciate e stritolate e baciate tutte e si è meravigliata di quante doule ci fossero in sala. Insomma l’incontro per me è stato bellissimo e credo proprio sia stato un successo. Vorrei ringraziare le doule di ADI per il lavoro di accoglienza e immagino di organizzazione e la pazienza nel raccogliere le firme e Madrisane e Terrafelice per tutto.
Incontrare Ibu Robin è una fortuna davvero grande, uno di quegli incontri che ti cambiano e ricaricano totalmente..."

Sara Toson

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